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Panettieri fu fondato nel corso del XVI e XVII secolo da coloni provenienti dalla città di Scigliano che, attirati dall’ottima prospettiva economica offerta dal monastero di Santa Maria di Corazzo, decisero di stabilirsi in questa terra distante dal monastero solo 5 Km.
Panettieri
Intorno al monastero di Corazzo (situato nel territorio di Castagna, frazione di Carlopoli), sorto presumibilmente intorno al 1050 d.C, erano presenti importanti attività economiche quali agricoltura, pastorizia, artigianato, lavorazione del formaggio e della lana, che portarono alla nascita di insediamenti urbani, detti “casali”. E’ solo in seguito ai terremoti del 1613 e soprattutto del 1638, che colpì gravemente il circondario di Scigliano e devastò il paese di Martirano, che con la presenza dei coloni sul territorio di Panettieri prese forma e consistenza il paese, facendo dell’agglomerato un “Casale” di Scigliano, con legami amministrativi e fiscali con la suddetta città. Fino ad allora, infatti, gli insediamenti presenti sul territorio erano costituiti per lo più dagli antichi cenobi di anacoreti, dislocati tra le montagne.
Corazzo
Almeno due erano invece gli insediamenti monastici ancora in attività alla data di fondazione del paese. Il primo, quello di Santa Maria di Peseca, ricade oggi in territorio del comune di Taverna. L’altro convento, intitolato a San Nicola di Giacciano, sorgeva in una zona impervia sulla sponda est del fiume Sant’Elia.
Anche lo storico Scigliano Accattatis, sulle origini di Panettieri, sostiene che l’erezione del paese non fu molto anteriore al 1650 e che il terremoto del 1638, che si abbatté sulla Contea di Martirano, segnò la devastazione delle terre circostanti generando un processo di edificazione circostante e un consistente rinforzo del nucleo abitativo di Panettieri. L’Accattatis, inoltre, parla di un certo Carlo Mancuso, che costruì qui la prima vera abitazione e , a conferma delle sue tesi, menziona Mons. Francesco Monaco, vescovo di Martirano, che con un decreto emanato in 23 aprile del 1612 eresse a parrocchia Castagna e vi assegnò come parrocchiani anche gli abitanti del casale di Panettieri.
Dato l’evolversi, in questi stessi anni, dell’agglomerato urbano e l’incremento demografico, e anche il disagio dei fedeli a raggiungere la Chiesa sia per la distanza che per le strade (difficili da percorrere soprattutto d’inverno), maturò così la richiesta della comunità, avanzata al vescovo di Martirano di poter dotare il paese di un autonomo luogo di culto. La parrocchia fu realizzata il 20 ottobre 1705.
Fino a tutto il XVIII secolo Panettieri rimase casale di Scigliano, di cui seguì le vicende politico-amministrative. Nel 1811 la giurisdizione amministrativa del comune, come di buona parte dei casali periferici di Scigliano, venne assegnata a Colosimi, con la legge n. 360 del 1 maggio. Nel 1818 venne soppresso il vescovado di Martirano, e Panettieri passò a quello di Nicastro. Due anni più tardi, esattamente il 25 gennaio 1820, al paese venne riconosciuto lo statuto di comune autonomo, sancendo così il suo definitivo affrancamento politico-amministrativo.
Dalla seconda metà dell’Ottocento l’abitato ha conosciuto un progressivo e costante spopolamento. Le grandi ondate migratorie (quelle di fine secolo nelle Americhe, quelle degli anni ’50-’60 del Novecento in Lombardia) hanno largamente interessato anche la comunità panetterese, mentre esigui e insignificanti sono stati nel corso degli anni i ritorni.
Per quanto riguarda l’etimologia del nome di Panettieri, secondo Vincenzo Padula, il nome del paese deriverebbe dal greco. In una brevissima annotazione l’autore scrive infatti: “Panettieri. Se il paese non è antico, il nome è antichissimo. Παυαϰτεϱής significa «tutti insepolti»”.
Tuttavia, l’ipotesi più accreditata presso gli storici circa l’origine del toponimo, richiama alla parola calabrese “Panetterì”, che vuol dire fornaio e quindi lo farebbe derivare dalla specializzazione e bravura raggiunta dai suoi abitanti nei processi di panificazione. Nel centro storico sorse presto uno dei primi forni ad uso pubblico del paese (che, dopo una fase di restauro, ospita oggi il Museo del Pane). E altri forni sorsero nel corso degli anni, fino a fare dunque dell’agglomerato un paese di panettieri. Inoltre, data la sua collocazione geografica lungo la direttrice di transito che da Corazzo conduceva alle alture silane, nelle fasi del suo sviluppo Panettieri deve essersi configurato come tappa obbligata durante i percorsi di transumanza e gli spostamenti di lavoratori stagionali, che ebbero nuovo impulso dalla nascita stessa del casale. In questo contesto la comunità deve aver maturato attitudini e vocazioni ricettive, e perfezionato le proprie abilità nella fabbricazione del pane. È ipotizzabile la presenza sul territorio di stazioni di sosta, tanto che uno dei rioni del nucleo originario conserva ancora oggi il nome di ’u cucinaru, e farebbe dunque pensare all’esistenza di un punto di ristoro.